Il gi – guida semi-seria alla scelta

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Se fosse semplice, non sarebbe kendo, e nel kendo non è semplice neanche scegliersi il gi (o keikogi, o kendogi, si insomma quella roba che ti metti sul torso, del tutto simile – ma non uguale – a quello che si usa in judo, o in aikido).

Cosa ci sarà mai di complicato nello scegliere un gi?

I gi si differenziano per:

  • colore / tintura
  • materiale
  • spessore
  • tessitura
  • koshi (differenza nella tessitura della parte inferiore).

Cominciamo dal semplice…

Il colore

Nel kendo la fantasia nei colori non esiste, e qui forse è l’unica cosa semplice. Un gi (ma anche un hakama o un bogu) può essere:

  • blue navy
  • Indaco ( o aizome)
  • Bianco (o anche in cotone non candeggiato)

Il bianco si sporca non appena lo osservi – figurati quando ci appoggi sopra il bogu blu indaco, attira l’attenzione e fa indubbiamente vergine vestale. Consigliato per le faciulle virginali e maschietti molto sofisticati

 

 

 

Il blu navy, è la colorazione comunemente data a tutti i gi non 100% cotone. E’ molto simile all’indaco, facilmente gestibile in quanto non stinge, non macchia e non sporca. La scelta dei pigri…

 

 

 

L’indaco. L’indaco quello vero, l’aizome, è riservato ai gi di puro cotone. E’ il colore tradizionale dei gi, in quanto si ritiene che abbia proprietà disinfettanti, antibatteriche e coagulanti. E per quanto nel 2015 queste cose possano sembrare ridicole, beh, una volta con il gi si andava in guerra, ci si faceva male e non ci si lavava per mesi (brivido). Quindi l’aizome è la scelta tradizionale, quella del kendoka vero, duro puro. Ma l’indaco stinge, stinge quando lo lavi, stinge quando lo indossi, stinge quando lo asciughi. Insomma vira il vostro mondo verso un’amabile sfumatura bluastra. Per puristi, puffi, e acrobati dei lavaggi.

Il materiale

tradizionalmente il gi è 100% cotone (si vedano il gi bianco e quello indaco al paragrafo precedente). Bello a vedersi, bello al tatto, spessotto – e quindi protettivo nel caso di colpi fuori bersaglio -, anallergico. Inoltre può essere tinto con il mitico aizome. Pesa però un quintale, specie se ci sudi dentro per un paio di ore, non si asciuga facilmente – dandoti quella piacevole sensazione di gatto bagnato sulla schiena – e se non stai attento a lavarlo si stringe.

La scoperta, e l’evoluzione, delle fibre sintetiche hanno reso disponibili diversi tipi di gi sintetici. Sono meno belli a vedersi – un po’ lucidini, con una trama un po’ strana -, sono color navy (si veda il secondo gi del paragrafo precedente). Insomma non sono belli a vedersi come quelli di cotone, ma (e il MA è maiuscolo): sono meno caldi, gestiscono meglio il sudore, si asciugano in un baleno, e sono molto traspiranti per il caldo estivo. Poi non stingono e non si stringo, ovvero li puoi lavare in lavatrice, in acqua tiepida, insieme al vestito di prima comunione di tua figlia. E non è poco.

Infine ci sono i gi di fibre miste, parte in cotone e parte in sintetico. Spesso sono strutturati su due livelli: sintetico l’esterno (che gestisce meglio la sudorazione) e cotone l’esterno (conservando così tutta l’estetica e la tradizione). Possono essere tinti in aizome se l’esterno e in cotone, e in tal caso continuano a presentare tutte le gioie collaterali dei gi tinti in indaco….

Lo spessore

Il gi di cotone a doppio strato, è bello spesso, da soddisfazione al tatto e coccola lo sguardo. In più ti protegge dai colpi fuori bersaglio, e questo non è mai un male. D’inverno è un vero piacere, d’estate, beh… c’è da squagliarsi dentro ad un gi di cotone a due strati. Sono dei forni crematori.

I gi con uno strato interno in sintetico, traspirante e drenante del sudore e l’esterno in cotone, sono quasi altrettanto gratificanti esteticamente, un po’ meno protettivi, ma decisamente più umani in estate, restano caldi, per carità, ma si sono probabilità di sopravvivere all’allenamento

I gi a strato singolo sono più freschi, diciamo più ‘estivi’. A seconda del materiale possono essere portabili tutti l’anno o veramente una benedizione dal cielo per le giornate calde. Alcuni sintetici leggeri, drenanti e traspiranti fanno davvero la differenza nelle giornate di canicola.

 I Musashi zashi invece sono la versione in cotone del gi estivo. Hanno un singolo strato di cotone a tramatura piana, e un decoro a rombi che li rende facilmente riconoscibili. Esteticamente carini, anche se un po’ vistosi sono sicuramente più freschi dei gi di cotone a trama più pesante, ma hanno il difetto di tutti i cotoni: drenano poco, non asciugano in fretta…

 

 

Tessitura

orizashi

Normalmente il gi in cotone ha la tipica grana a chicco di riso. Il cotone con tale tessitura viene normalmente detto orizashi (o sashiko ori). Molti dei gi in sintetico cercano di imitare – più o meno bene – l’orizashi, per conservarne il gusto estetico e la tradizione

 

 

 

Vi sono però  anche gi a grana piatta, come  i musashi zanshi e  a nido d’ape.

Musashi zashi
nido d’ape

Koshi

Il koshi è la diversa tessitura nella parte bassa del gi. E’ in genere assente nei gi economici. Normalmente il koshi, alleggerisce e rende meno rigida la stoffa attorno alle anche, rendendo meno ‘ingoffante’ il gi. Di solito ha un disegno a rombi (zanshi)

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