Spesso, quando confesso a persone esterne al mondo del kendo che pratico questa arte, vengo accolta con stupore. Nell’immaginario collettivo infatti il kendo è roba da uomini. Buffamente è considerato più maschile il kendo del judo, del karate, che sono sport in cui il contatto fisico esiste davvero, al contrario del kendo.
Nel kendo la stazza, la forza e l’aggressività contano poco, il kendo è scherma, un gioco di riflessi, di velocità, di intuito, di concentrazione, di astuzia, di malizia. Quindi, perché no? Il kendo può essere ed è un gioco anche da ragazze. In fin dei conti, non consideriamo la scherma europea un sport anche femminile? Dopo anni di Vezzali, Trillini e Vaccaroni prima e Di Francisca e Errigo nessuno si sognerebbe di dire a una donna che l’arte del fioretto non è roba da gentil sesso. Non succede adesso e non succedeva quando praticavo fioretto anche io, alla fine degli anni ’80. Il kendo, con tutte le sue enormi differenze, non è poi così lontano se non dal fioretto di sicuro dalla spada o dalla sciabola.
Anche il kendo femminile, al pari della nostra scherma, seppur più in sordina, può vantare le sue splendide ragazze che raccolgono in giro per il mondo successi (ultimi – ma solo in ordine temporali – il fihting spirit di Serena Ricciuti al 16th WKC , il suo 3° posto al 27th EKC e la vittoria a squadre della nazionale italiana nello stesso campionato), testimoniando così l’alto livello e la qualità delle nostre quote rosa.
Le ragazze del kendo non sono ‘maschiacci’, scaricatori di porto. Le ragazze del kendo sono donne femminili e normali, come quelle del fioretto, amano il kendo ed hanno un bellissimo kendo: leggero e tecnico, efficacissimo. Esteticamente molto bello.
Eppure il kendo nell’immaginario collettivo non è roba da donne…
Le donne nel kendo italiano sono un po’ meno del 20% dei praticanti, e la percentuale nei gradi alti scende via via, purtroppo.
Proprio per valorizzare il lato ‘rosa’ la cik da qualche anno promuove un Progetto Nazionale Femminile kendo, seguito e capitanato da Angela Papaccio. (aggiornamento 2016: da giugno 2016, Angela ha ceduto il testimone a Mirial Livolsi, la nostra Mirial)

Noi fanciulle della Do Academy siamo fortunate. Innanzitutto siamo fortunate perché in percentuale, rispetto ai praticanti, siamo ‘tante’: il 25%-30%. In secondo luogo, e non è certo cosa di poca importanza, perché abbiamo la fortuna di avere un’istruttrice d’eccezione: Mirial Livolsi.
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