Di rientro dal week end che vede radunarsi come sempre i migliori kendoka italiani, i pensieri si affollano nella mente sotto forma di flash ed immagini spalmati sulle tante ore di allenamento che questi atleti tra un acciacco e l’altro affrontano con determinazione.
Le donne, così rinnovate eppure così simili alle loro precedenti compagne che hanno virtualmente passato loro uno scettro “incandescente”! Con quella voglia di non fermarsi mai, di portare a casa qualche ippon, magari su un maschietto, che sempre ci strappa un ghigno beffardo da sotto il men!
Gli uomini, con il loro kendo così maturo, veloce e possente da farti strabuzzare gli occhi per arbitrarli..
Ma gli juniores….ah questi juniores…Sono l’attuale orgoglio italiano, così vivi, così compatti con quella voglia di vincere che con il respiro vorremmo rubargliene un po’! Ognuno di noi guardando loro, fa’ un balzo indietro di qualche anno (chi più chi meno) ripensando alla sensazione delle prime gare dei primi ippon che miracolosamente riesci a mettere a segno e che non credevi fosse possibile, le prime bandierine che si alzano proprio per te a fine incontro.
Personalmente, per fortuna….e per la costanza investita, questo periodo è durato un tempo che non avrei neanche osato sperare e tra alti e bassi ha accompagnato la mia crescita e la mia maturità che ho dovuto sfoderare interamente quando il ciclo dell’agonista si chiude per lasciare spazio a quell’altruismo insito in tutti gli istruttori.
Ed è qui che quando il tuo giovane allievo che ci mette due lezioni per imparare quello che tu hai imparato in tre mesi….dopo poco comincia a fare gigeiko con te e ti accorgi che appena ti rilassi un attimo questo ti “pinza” senza troppa fatica ed ecco che iniziano a mischiarsi i due kendoka dentro di noi… L’orgoglio del Maestro per la creatura così ben plasmata e quel piccolo agonista che sgomita per avere ancora un posticino nel mondo che quando ce la fa’ esulta cantando “Yatta yatta”!
Mirial.
(Ringraziamo Mirial, la nostra sensei, per essersi lasciata coinvolgere nella nostra impresa internettiana. Grazie per l’articolo)